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I ROBOT LEGGONO NEL PENSIERO?
di Giorgio Cozzi

 

DOVE NON E’ ARRIVATA LA SCIENZA, ARRIVERA’ LA TECNOLOGIA?

I robot leggono nel pensiero?

Il Presidente di Facebook annuncia che un giorno saremo in grado di comunicare telepaticamente attraverso la tecnologia. Per ora è un progetto, ma c'è già un robot che previene in alcuni casi il pensiero. Vediamo come funziona la telepatia

di Giorgio Cozzi

Il signor Facebook annuncia che è solo questione di tempo e la telepatia sarà una realtà che animerà i social network.

Mark-Zuckerberg

Mark Zuckerberg, uno dei cinque fondatori di Facebook, di cui oggi è presidente e amministratore delegato, a 31 anni è uno dei sette uomini più ricchi del mondo.

Mark Zuckerberg (presidente e amministratore delegato) non ha usato mezzi termini quando ha dovuto rispondere a personaggi famosi che chiedevano lumi sul futuro di Facebook.“Un giorno saremo in grado di scambiarci pensieri pieni e ricchi l’un l’altro usando la tecnologia. Penserete a qualcosa e i vostri amici potranno vivere la stessa esperienza immediatamente, se lo vorrete. Questa sarà l’ultima frontiera della tecnologia”.
Naturalmente si potrebbe obiettare che in realtà non si tratta di vera e propria telepatia, bensì della capacità di decodificare le forme tipiche del linguaggio umano, leggendo non più e non solo il contenitore, bensì anche il contenuto, informativo ed emotivo. Lo sostiene un professore dell’Università di Pavia, Andrea Moro, neurolinguista, che ha studiato le modalità del linguaggio umano nelle sue due espressioni: fuori del cervello (le onde sonore) e dentro il cervello (le onde elettriche), evidenziando una notevole similarità fra i due andamenti.

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Il professore Andrea Moro, neurolinguista.

La struttura del pensiero linguistico imita quella del linguaggio sonoro, quindi si può ipotizzare che registrando le onde elettriche del cervello si possa renderle leggibili senza la mediazione del suono. In questo senso l’esperienza, ammesso che si possa provarla, assomiglia molto alla telepatia così come la conosciamo, sebbene sappiamo come essa non sia ripetibile, mentre il concetto di decodificazione se funziona, funziona sempre.
Zuckerberg comunque ci consola, il futuro non è di uomini sostituiti dalle macchine; ma le implicazioni di una telepatia assoluta, purché lo si voglia, lascia sconcertati. C’è da augurarsi che la tecnologia davvero non riesca a riprodurre tutte le meraviglie che la nostra mente riesce a creare e che ogni essere umano possa mantenere una certa privacy. In ogni caso l’idea di poter confermare le capacità umane telepatiche è stimolante.

La telepatia è già stata dimostrata cent’anni fa
Intanto, anche se la tecnologia può arrivare a rendere standard una qualità extra sensibile, arriva tardi a considerare questa possibilità, perché la ricerca psichica ha individuato e dimostrato da oltre cent’anni la sua esistenza, forse più a livello spontaneo che sperimentale e per questo poco ascoltata.

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Il PR2, un robot ideato dal team Willow Garage della Cornell University, in grado di interpretare grazie a un complesso sistema di sensori e algoritmi i movimenti delle persone per anticiparne le azioni future.

Quali sono le prove di una telepatia senza bisogno della tecnologia? Innanzitutto le prove empiriche che moltissimi sperimentano nella vita, vivendo stati di conoscenza di eventi trasmessi da altri, in particolare parenti in difficoltà. In secondo luogo, gli esperimenti quantitativi di Rhine che hanno evidenziato risultati non attribuibili al caso. Quindi l’insieme degli esperimenti condotti con la tecnica Ganzfeld (isolamento sensoriale per acuire le capacità extra sensoriali) ben al di là della legge del caso (vedi l’approccio statistico delle Metaanalisi). Infine le casistiche raccolte da moltissimi ricercatori che concordano sulla evidenza della Percezione ExtraSensoriale. Per la precisione, nel libro Psicocinesi di Louisa Rhine vengono richiamati gli esperimenti ESP condotti dal marito, dove la statistica dimostra ad abbondanza l’intervento di un fattore ESP. La Rhine riproduce anche una serie di esperimenti fatti con il lancio dei dadi dove risulta chiara la capacità, seppur non sistematica, di influenzare i risultati con diversi ricercatori e attori.
Lo scienziato Radin ha compiuto una serie di esperimenti probanti, sia con tecnica Ganzfeld, sia a livello di EEG (elettroencefalogramma), dimostrando che uno stimolo percepito da un agente in modo casuale era avvertito anche da un percipiente che non poteva sapere quando sarebbe avvenuto lo stimolo e in ogni caso mostrava lo stesso tracciato sul proprio EEG. Addirittura Radin ha rilevato che in presenza di un prossimo stimolo casuale avveniva un’anticipazione di segnale, come se la coscienza avvertisse l’arrivo dello stimolo un secondo prima che questo si fosse materializzato.

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La tragedia del Titanic, avvenuta il 14 aprile 1012, fu in assoluto l’evento che fece registrare il maggior numero di fenomeni telepatici e premonitivi.

Più forte tra persone legate da un sentimento
Numerose ricerche concordano sul fatto che là dove c’è un legame speciale (gemelli, parenti, persone meditanti affiatate, coppie ben integrate), questi eventi accadono più frequentemente e sono meglio sperimentabili. E’ altrettanto noto che a fronte di eventi importanti (spesso tragedie, come quella del Titanic) si registrano numerose percezioni di sensazioni corrispondenti. La storia della parapsicologia è ricchissima di eventi di questo tipo, raccolti spesso da rcercatori su casi testimoniati.

Ma dove la tecnologia è ancora alle aste è senza dubbio il piano teorico. Infatti le congetture sull’ESP hanno prodotto molte correnti di pensiero che poggiano intanto su un fatto certo e cioè che la Ttelepatia esiste; poi si fondono intorno a considerazioni correlate alla biofisica e alla neurologia, soprattutto si ritrovano nelle dimostrazioni della meccanica quantistica. La spiegazione che sembra più accreditata prende le mosse dal concetto di entanglement: due particelle che sono state in contatto tra di loro, si comportano successivamente come se fossero una sola, quando una vive uno stato o un’esperienza, anche l’altra lo fa, sebbene distante. Il discorso qui si allarga necessariamente al concetto di coscienza, storicamente vista in relazione con il corpo, mentre le dimostrazioni dell’OOBE (out of the body experience) e della NDE (Near Death Experience) fanno ritenere che essa sia indipendente e possa muoversi nello spazio e nel tempo, in sintonia con la teoria della fisica moderna della non località.
Francamente, chi è esperto di parapsicologia fatica a pensare che decodificando onde elettriche del cervello si possa sistematicamente recepire il contenuto di messaggi, pensieri, emozioni. Sembra più facile che ogni essere umano, come una particella, risuoni, vibri all’unisono, con un’altra particella (essere umano) con cui ha avuto un legame.
Alcuni scienziati si spingono oltre e vedono nell’essere umano non una coscienza separata, bensì una espressione limitata della Coscienza Universale (Margenau), così come altri considerano che esista un Tutto di cui siamo parte e in cui possiamo trovare ogni informazione nel momento in cui ci connettiamo o riconnettiamo (Jung, Pauli, ecc). La tecnologia struttura e riproduce, la scienza spiega e la ricerca apre nuovi percorsi alla conoscenza del mistero uomo e alla sua vera e completa realtà.

 


 

 

 

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